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Essere Multipotenziali.

Quante volte ti è stato chiesto “cosa vuoi fare da grande?”

Quante volte ti è stato chiesto “cosa vuoi fare da grande?” e a che età la prima volta?
Sicuramente eravate molto piccoli…
Questa domanda vi ha mai creato ansia? A me si.
Da piccola non sapevo mai cosa rispondere, mentre gli altri bambini avevano sempre le idee chiare.
Io volevo fare l’interprete, la hostess, l’architetto e volevo suonare la fisarmonica.
Ma all’età di 4 o 5 anni non si da molto peso alle risposte date dai bambini…

Qualche tempo fa ho partecipato ad un evento che si è tenuto presso la sede di Assologistica a Milano.
Alla fine dell’evento mi sono soffermata ad uno stand che promuoveva la propria azienda, PlanBe.
Ero incuriosita dal fatto che facessero fare un test a tutte le persone che chiedevano info o, anche, solo un gadget. Mi sono avvicinata e ho chiesto informazioni su cosa valutassero tramite questi test a risposta multipla che sottoponevano a coloro che si avvicinavano. La loro risposta è stata “valutiamo, con delle semplici risposte, quale settore del tuo cervello è più sviluppato e da questo capire come ti poni, ti esprimi, ti interfacci nel mondo del lavoro”. Mi hanno proposto di svolgere il test e ho accettato.

Il test era vario e le domande poste sembravano davvero semplici e scontate.
Dopo aver svolto il test, durato all’incirca 15 minuti, uno dei ragazzi ha analizzato le risposte aiutandosi con un programma su pc.
Intanto mi spiegava che, dalle risposte date, avremmo visto una percentuale di uno dei 4 settori che avrebbe superato il 30% rispetto alle altre e che sarebbe stata quella predominante nel nostro modo di essere.

Il mio risultato è stato del 27/29% in tre settori su quattro ma nessuno superava il 30%.
Il ragazzo ha riverificato il risultato per accertarsi che fosse giusto e sembrava abbastanza sconcertato.
Ho chiesto “Qualcosa non va?” e lui mi ha risposto che era un risultato molto raro.
“in che senso?” ho chiesto. “Pochissime persone ottengono questo risultato perché quasi tutte le persone hanno un settore predominante, ma tu no. Tre settori su quattro hanno una percentuale quasi uguale ma nessuna è predominante ed è quello a cui aspiriamo con i nostri corsi di formazione che hanno lo scopo di sviluppare più settori per lo sviluppo del potenziale e la valorizzazione del singolo”.

All’epoca non avevo dato molto peso a questa “scoperta” anche se, in fin dei conti, ho sempre saputo che non sono portata a fare una sola cosa, ad avere una sola vocazione, un solo interesse che sarebbe stato lo scopo della mia vita.

Quindi, Marilena, sei fortunata? Sei un caso raro?
No, non sono fortunata. Il problema sta nel fatto che avere troppi interessi nella nostra società, la nostra cultura, ti fa apparire anormale, sbagliata e crea ansia. Ansia di non sapere come fare carriera, ansia di credere di essere sbagliata, paura di esser costante e di impegnarmi.

Ogni volta che trovavo un interesse, mi ci dedicavo totalmente fino a diventare anche abbastanza brava, ma, poi, ad un certo punto mi annoiavo. Provavo a persistere perché aver dedicato del tempo a quel progetto mi aveva portato via risorse ed energie… Ma, la noia diventava troppa e alla fine abbandonavo.
Questo si ripeteva costantemente… Ma quando non sei più un bambino, non fa più ridere e chi ti circonda, spesso, ti dice “Non puoi sempre mollare, devi scegliere cosa vuoi fare!“.

Ma se non tutti fossimo programmati ad avere una vocazione, un progetto di vita… Se volessimo fare tante cose e portare avanti più pogetti, più passioni?
Beh, se così fosse, come nel mio caso, vi sentirete soli. Già. Perché nella nostra cultura non c’è spazio per chi ha questa mentalità. Ma non siete sbagliati. Siete solo MULTIPOTENZIALI.

Durante il Rinascimento, una persona con molti interessi non era considerata anormale e sbagliata. Era solo una persona eclettica e creativa.

Qualche tempo fa ho scoperto di non essere poi così sola, anzi! Mi sono imbattuta in Emilie Wapnick e ho acquistato il suo libro. In una intervista a Emilie fatta da StartupItalia, Emilie spiega come all’inizio si sia sentita inadeguata e di come poi ha saputo farsi forza per riconoscere il “multipotenziale” che era in lei: «Ho deciso di smettere di combattere con questo mio desiderio di fare tante cose, ho lanciato il mio blog Puttylike e aggregato tutte le persone che si sentivano come me. È in quel momento che ho coniato il termine multipotenziale, perché volevo dare un’etichetta positiva al mio stato d’animo».

Secondo Emilie, una persona Multipotenziale ha diverse Doti:

  • SINTESI DELLE IDEE: creare qualcosa dall’intersezione di più settori;
  • APPRENDIMENTO RSPIDO: essere abituati a essere principianti permette di non avere difficoltà ad uscire dalla propria comfort zone senza paura di provare nuove cose;
  • ADATTABILITA’: trasformarsi in qualsiasi figura sia necessaria in una data situazione.

Quindi è meglio essere multipotenziali o specialisti di settore?
Non c’è una risposta giusta o sbagliata. I migliori team sono formati da figure specialiste e figure multipotenziali. Lo specialista approfondisce ed esegue le idee, il multipotenziale apporta vasta conoscenza al progetto. Quale miglior collaborazione?

Il consiglio è:
ACCETTATE IL VOSTRO CABLAGGIO INTERNO, QUALUNQUE ESSO SIA!

Con amore.
M.

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